La creazione – dettaglio
La Creazione di Adamo è un affresco (280×570 cm) di Michelangelo Buonarroti, che fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma. Si tratta dell’episodio più celebre della Sistina ed è una delle icone più note e celebrate dell’arte universale.
La mia interpretazione riprende solo un dettaglio dell’intero affresco, le mani di Dio e Adamo, cercando di ricreare quell’energia divina dello scoccare della scintilla della vita, dando contrasto ed enfasi ai colori delle mani, alle crepe dell’usura di uno dei dipinti più famosi al mondo, in una sfumatura a gradiente dal celeste al rosa che avvolge ed esalta.
Dipinto a mano
olio su tela
60 x 120 cm
La Creazione di Adamo di Michelangelo è uno dei dipinti famosi, una delle immagini più conosciute, amate e celebrate dell’intera storia dell’arte; una di quelle immagini d’arte che sono entrate così profondamente nell’ immaginario collettivo da essere usate o imitate, per intero o nei loro particolari, dalla pubblicità e dal cinema, come la Gioconda di Leonardo.
Questo affresco venne realizzato da Michelangelo nel 1511, è una parte della volta della Cappella Sistina, a Roma: ben 680 metri quadrati. Michelangelo concepì la volta strutturalmente articolata in una complessa architettura, formata da cinque archi in senso trasversale e divisa in tre parti in senso longitudinale. Al centro le scene della Genesi, fondamento della rivelazione cristiana: nove episodi, tra cui la Creazione di Adamo, che illustrano i nodi salienti della creazione del mondo e della storia dei primi uomini, come raccontati dalla Bibbia.
La scena con la creazione del primo uomo, che si trova nella parte centrale della volta, presenta nella parte destra, Dio Creatore e, nella parte sinistra, Adamo sdraiato per terra nudo e nel momento del risveglio. Dio guarda la sua creatura, che risponde contemplando il Padre con stupore. Nell’ affresco di Michelangelo l’uomo e il suo creatore stanno uno di fronte all’ altro e Dio anima la sua creatura sfiorandola con una mano. C’è una forte espressività nelle due mani che quasi si toccano: tutta la scena è concentrata su quel gesto. L’indice del Padre è puntato verso l’uomo come per comunicargli un impulso o far scoccare una scintilla. La mano di Adamo, invece, appare ancora debole, appena animata dalla nuova energia che il Signore gli sta trasmettendo. Michelangelo, dunque, scelse di tradurre il divino soffio della vita nell’ immagine di un contatto: o meglio, di un “quasi contatto” ed è proprio quel “quasi” che sottolinea la differenza infinita fra Dio e l’uomo.
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